Z come Zombie

Z come Zombie
Forse anche voi fate parte di quella categoria di persone che a 8 anni, una volta arrivata la mezzanotte, sgattaiolava fuori dalle coperte e accendeva di nascosto il televisore per guardare l’intera programmazione di notte horror.
E così davanti a Dracula, a quell’hipster di Nightmare o a quell’impenitente puntaspilli di Hellraiser vi fate grasse risate provando anche una punta di autocompiacimento.
Ciononostante, anche se ve ne vergognate un po’, di fronte agli zombie, con quel simpatico miscuglio di retaggi freudiani e politici, sillogismi, rimandi continui alla malattia, alla morte e alla fine dell’umanità come la conosciamo; un pochino d’ansia vi prende.
Chiaro che parliamo delle schiere di zombie sbavanti e invadenti di babbo Romero e non di quelle danzerecce dei videoclip di Michael Jackson che inquietano sì, ma in modo totalmente differente e maggiormente legato all’edonismo reaganiano e, soprattutto, all’acetato delle loro tute.
Ebbene, se fate parte di questa schiera che di fronte ai morti viventi tende a irrigidirsi un pochino scoprirete presto che esiste un robusto legame tra genitorialità e zombie.
Nelle prime settimane da genitore infatti si dorme come una giraffa: cicli da massimo un quarto d’ora per volta. Peraltro in dormiveglia e sopraffatti dalla preoccupazione che il bambino stia per esplodere; cui si va ad aggiungere il senso di colpa per star dormendo mentre vostro figlio, con ogni buona probabilità, si trova per l’appunto sul punto di esplodere.
Un quarto d’ora infinito durante il quale il cervello, fiaccato e rincretinito dal sonno, distorce e ingigantisce ogni singolo suono esterno che riesca a percepire.
Per questa ragione i neonati riproducono costantemente l’intero catalogo dei suoni di tutto lo zombificio cinematografico: sbavamenti, ringhi, sputi di bile, urli rauchi e a cazzo di cane nel cuore della notte accompagnati, ovviamente, da mordicchiamenti rumorosi di parti del proprio o altrui corpo.
È così che i non morti cominceranno amabilmente a popolare ogni vostro singolo sogno: zombie al lavoro che vi fregano il turno alla fotocopiatrice, zombie che siedono al tavolo con la vostra famiglia riuscendo a farsi benvolere al punto da fregarvi l’ultimo pezzo di lasagna e zombie che assistono ai vostri sogni erotici frapponendosi tra voi e Lucy Lawless (o tra voi e Kevin Sorbo, non saremo noi a giudicare le vostre preferenze sessual-sentimentali né tantomeno i vostri gusti cinematografici).
Ma non preoccupatevi, una volta svegli la vista del pargolo vi rinfrancherà da tutto.
Questo fino a quando, alle tre di notte, non lo appoggerete sul fasciatoio e lui, stoicamente, guarderà fisso un punto nel buio dietro di voi dedicando, a questo simpatico ospite invisibile ben piantato alle vostre spalle, dei sorrisoni ampi e soddisfatti.
Una piacevole sensazione di quiete e serenità pervaderà ogni parte del vostro essere.





posta questo su


