M come Musica

C’è stata un’epoca nelle vostre vite in cui vi bastava chiudere gli occhi per volare sulle note dei vostri pezzi preferiti.
Oliver Sacks in “Musicofilia” lo spiega molto bene: il nostro cervello è in grado di ricostruire, anche integralmente, delle musiche che conosciamo a memoria.
Non di rado, può capitare di ascoltare un intero disco, goderne appieno, per poi accorgersi che in realtà la puntina non ha mai toccato i solchi del vinile: una vera e propria allucinazione uditiva.
E così fino a ieri il vostro cervello era perfettamente in grado di ricostruire nota per nota, passaggio per passaggio, il coro a bocca chiusa de la madame Butterfly, Everybody dei Backstreet Boys con tanto di mossettine unte da litri di gel come l’intero corpo del Bolero con la conduzione di Toscanini che tanto fece arrabbiare Ravel
Ma non poniamo limiti, magari nella vostra testa risuonavano le note caraibiche dei Buena Vista Social Club, i riff taglienti e appiccicosi della swinging London o certi big beat dei rave degli anni ’90 accompagnate dalle manine alzate dai Gigidag di casa nostra. Il tutto condito con certe belle immagini delle vostre adolescenze, dei primi baci, delle serate con gli amici o della prima sigaretta, al sapore di scoperta e senso di colpa, fumata di nascosto fuori dall’auditorium parrocchiale.
Una esperienza rilassante, piacevole. Rassicurante.
Poi un giorno entrerete nella doccia, aprirete l’acqua, e scoprirete che nei vostri gangli cerebrali non si annidano più il sax di “A love supreme” o determinati e sculettanti “un-dos-tres” di Ricky Martin; no, a tradimento e senza nessuna pietà apparirà la maledetta mucca Carolina accompagnata dall’orrido biondo tartarugo corazzato di Bruno Lauzi; e poi la casa molto carina senza soffitto e senza cucina, il leone che dorme nella foresta, i 44 gatti e il coccodrillo sulla cui afonia s’è costruito un mondo di illazioni cui, ovviamente, si aggiungono i mai abbastanza odiati due liocorni che perdono la coincidenza con l’arca di Noè per crepare annegati sotto la schiuma del vostro shampoo.
Da oggi il dj nel vostro cervello è regredito all’età di cinque anni.
E vi odia.

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