S come Somiglianze

Ed ecco lo zio Arduino, eccolo stagliarsi in tutto il suo mezzo metro di altezza, seduto sopra un tavolo tovagliato e fiorato, intento a nascondere il pisellino con una manina mentre con l’altra sembra accompagnare la declamazione di poesie dannunziane a qualche rapita lattante d’altri tempi.
La sua foto, in un bianco e nero sbiadito dai decenni e dalle ditate, vi viene sbandierata in faccia dalla prozia di vostra madre, nonna Evelina, che non ha alcun dubbio: vostro figlio è identico alla buonanima di Arduino, pace all’anima sua.
Voi lo zio Arduino non l’avete mai conosciuto, è morto di vecchiaia guardando la prima messa in onda del commissario Maigret con Gino Cervi; da lui vi dividono sei gradi di parentela, che diventano sette per vostro figlio. Dinamica cui va aggiunto che, se vostro figlio somiglia a Morgan Freeman, lo zio Arduino sembrerà il sosia albino di Rutger Hauer e viceversa.
Ma se Nonna Evelina può arrivare anche a divertirvi, e perfino un po’ commuovervi, è solo perché ancora non sapete cosa realmente vi aspetta.
Con la nascita di un bambino infatti inizia una battaglia silenziosa che viene intrapresa tra due fazioni solo apparentemente amichevoli: i nonni.
Mentre le infermiere stanno facendo il primo bagnetto al neonato i nonni tirano fuori centosettantaquattro chili di album fotografici e, con la medesima cura, li ripuliscono dalla polvere.
Da qui in avanti, al grido di: “a chi somiglia questo bimbo?” ha inizio una guerra di trincea in cui, a ogni minimo dettaglio fisico del bambino si risponde con una foto del genitore interessato.
È tutto la mamma: seguono 28 foto della madre accuratamente attaccate su un pannello di legno simile a quelli che si vedono nei telefilm polizieschi dove l’investigatore, per acchiappare il serial killer di turno senza rinunciare a una punta di gusto estetico, ha creato questa bella composizione di foto, post it, disegnini e appunti collegati da fili rossi e puntine colorate.
Naturalmente tutte queste foto sono state scattate in momenti perfettamente imbarazzanti; roba del genere genitore 1 treenne che cade dalla casetta sull’albero con due dita nel naso o genitore 2 duenne che si dispera, facendosi la pipì addosso, in braccio a un pagliaccio pericolosamente somigliante a John Wayne Gacy. Foto che verranno orgogliosamente esibite dai nonni a chiunque si trovi a passare, dagli inservienti agli ostetrici, dall’edicolante al rapinatore di banche che cerca inutilmente di sfuggire dalla polizia e dai vostri parenti.
Ma le situazioni più spinose nascono quando il bambino è un buon mix tra i due genitori; qui i nonni, per uscire dal gravoso impasse, iniziano a tirare fuori anche ritratti dei parenti stretti.
Così, al settimo “è uguale a Franco” accompagnato da ampia documentazione fotografica, voi che mai, e dico mai, avete dubitato della fedeltà di quella santa donna che vi sta a fianco; cominciate a guardare con estremo sospetto il vostro unico fratello appena rientrato da un viaggio di dodici mesi in Nuova Zelanda per vedere il nipote.
A questo punto, se non si trova il modo di bloccare alla base questa escalation di somiglianze esibite e presunte, la situazione può sfuggire di mano con le due famiglie che si fronteggiano a mo’ di Montecchi e Capuleti in misurazioni contrapposte di processi coracoidei, analisi del capello e recupero di ortopanoramiche vintage che al confronto il processo di pace israelo-palestinese sembra un litigio tra educande.
Che fare per evitare che questa situazione vi mandi alla follia? Semplicissimo: date ragione a tutti.
È uguale a mamma? A nonna? A papà? A zio?
Assolutamente sì.
I nonni saranno felici e pacificati. E rimetteranno al loro posto gli infernali album fotografici foderati in pelle di gnu e pecari fino alla prossima nascita.
Ma non fermatevi qui, se occorre producete anche voi materiale fotografico, photoshoppate vostro figlio aggiungendogli mini baffoni a manubrio, pettinatura brillantinata Linetti e costume da bagno integrale a grandi linee verticali bianche e rosse.
La zia Evelina ve ne sarà grata e a casa vostra non mancheranno mai più caramelle all’anice, Club rosse/blu, Rossana e fondenti mela/mandarino/banana. E pace all’anima dello zio Arduino: il più rispettato dentista della città.

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