Q come Q.B

C’è una sigla che, quando si prova a fare una qualche ricetta di cucina, manda ai matti tutti gli aspiranti cuochi alle primissime armi.
Quella sigla è q.b. ovvero “quanto basta”.
Quando ci si approccia a qualcosa di nuovo infatti quel q.b. è veramente insopportabile. Ma che vuol dire q.b., mi devi dare un quantitativo decente, né una presa di sale né mezzo bicchiere, ti devi esprimere in grammi, centilitri, ampere e decametri; ma che ne so io a che bicchiere ti riferisci? Un flûte? Una coppa Asti? E se a casa ho solo tumbler collins che faccio? E se ho le mani taglia Gianni Morandi e con una presa mi carico tre etti di sale con chi me la prendo per aver rovinato il mio risotto?
È chiaro dove voglio arrivare. Questo discorso vale per ogni ambito dello scibile umano cui, ovviamente, non fa eccezione la cura del bambino.
Quando voi, che fino a ieri vedevate i tutorial su youtube per fare il perfetto Hemingway Special, vi ritroverete con questo piccolissimo essere umano per casa non potrete che cercare ogni appiglio possibile per capire come comportarvi.
Così, nelle notti insonni, vi ritroverete a leggere articoli di pediatri, psicologi e ostetrici che vi diranno cose del tipo “quando vedrete che il bambino è sazio” o “quando vedrete che il bambino è riposato”.
Nel vostro cervello apparirà una piccola porticina, si aprirà e farà il suo ingresso un piccolo omino pericolosamente somigliante a Gianluca Fru che si chiederà: “che vuol dire? Ma quella la sazietà ma che vuol dire? Come la vedo questa cosa io? Come m’accorgo che quello è riposato? Che quello poi, il sonno, si sposta”.
Fuori dal vostro cervello invece non potrete che, di fronte al bambino urlante, provarle tutte, una per una, per poi ricominciare.
In ogni singolo caso, provarle tutte, una per una, aggiungerne anche un’altra, e poi ricominciare un’altra volta. E via così.
Poi dopo qualche settimana, sempre alle tre del mattino, rileggerete quello stesso articolo e vedrete che, nel vostro cervello il piccolo Gianluca Fru verrà sostituito da una minutissioma Rita Levi Montalcini che, con aria decisa e assertiva, affermerà: “Non posso che davgli vagione, è un avticolo quasi vittoviano ma non posso che davgli vagione”.
Nella stessa maniera, una volta che avrete imparato un po’ a cucinare capirete che q.b. non può che essere q.b.; che ogni gusto, ogni pentola, ogni mano è unica; e senza un minimo di esperienza non si può che tirare fuori qualche decina di risotti troppo salati, troppo scotti o troppo insipidi.
Poi, all’undicesimo risotto, quasi per magia, il sapore, la consistenza, la cottura diventano perfetti. E voi scoprirete di essere diventati bravi.
È la dittatura della ripetizione, dell’allenamento, del gesto che raggiunge una disciplina, una bravura quasi esterna alla vostra volontà; portandovi a fare cose che, fino a poco prima, pensavate totalmente e perfettamente impossibili.
E così, una bella mattina, al posto di svegliarvi tra le urla del bambino poggierete tranquillamente i piedi per terra, guarderete la culla accanto al vostro letto e vostro figlio, riconoscendovi, vi sorriderà.
Q.b.: l’unica ricetta per la genitorialità.





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