V come vicini

Schiena appoggiata sulla porta e orecchio teso, apparentemente il silenzio pervade ogni singolo anfratto delle scale condominiali.
Militarmente bardati togliete il freno alla carrozzina; vostro figlio, contro ogni calcolo delle probabilità, è bello tranquillo e non produce alcun pericoloso rumore.
In mezzo secondo il poppante si ritrova spinto a velocità inaudita verso l’esterno nel tentativo di raggiungere quanto prima portone d’ingresso e libertà.
Inspiegabilmente, non appena aprite la porta, eccovi costretti a una brusca frenata perché di fronte a voi si sono manifestati i vostri piacevolissimi dirimpettai ottuagenari che, nonostante quella quindicina di mesi di pandemia e quel paio di inquilini del palazzo morti di covid, mostrano trionfalmente il loro sorriso in ceramica libero da ogni mascherina presente sul mercato.
La somiglianza coi coniugi Castevet di “Rosemary’s baby” è resa ancora più impressionante dalla coincidenza per cui nel vostro palazzo, dove abitano 48 famiglie per la stragrande maggioranza simpatiche e gentili, incontrate sempre e solo loro:

“Eh ma buongiorno! Ma quant’è bella questa bambina!”

La nascita di vostro figlio ha infatti nuovamente cambiato la frase d’esordio dei coniugi Ferrero.
Inizialmente non perdevano occasione per accusare i terroni di malefatte terribili e vittimismo per poi capire che siete del Sud anche voi; consequenzialmente sono passati a parlar male degli stranieri e, dopo aver spiegato loro in modo molto cortese che il ritorno allo schiavismo non ci farebbe uscire dalla crisi economica, sono passati a parlare male dei politici.
I politici, per la mentalità dei coniugi Ferrero di tutto il mondo, non sono amati da nessuno. Ciononostante vanno continuamente a chiedere loro favori, dalle visite mediche ai posti di lavoro fino a farli mittenti di vibranti proteste per il clima ostile e le lampadine di casa troppo luminose.
Il giorno stesso in cui un telegiornale ha nominato per la prima volta il coronavirus i coniugi Ferrero sono passati a negare l’esistenza della “pseudopandemia” e, contemporaneamente, a parlar male dei cinesi infetti a partire da quella poco di buono del terzo piano (persona di specchiata onestà, simpaticissima, che lavora 14 ore al giorno in fabbrica e nel tempo libero fa volontariato per i bambini orfani).

“Ma quant’è bello questo bambinoooooooooooh!”

Più voi cercate di sfuggire più loro vi si avvicinano caracollando e protendendosi con le braccia verso l’indifeso lattante.
Voi non sapete più come evitare l’impatto e state per soccombere al panico e alla possibilità che gente che ieri s’è fatta ventiquattro giri completi di mercato rionale, abbracciando e baciando chiunque incontrasse, inclusi completi sconosciuti e tossicomani che si erano attardati dalla sera precedente, possa ora prendere in braccio vostro figlio.
Fortunatamente il vostro partner dimostra molta più prontezza di spirito di voi, si frappone tra i vicini e il bambino e, sorridendo, chiede:

“Ma avete poi pagato gli arretrati del condominio?”

I due, come se qualcuno avesse spalancato le finestre del palazzo di Nosferatu col sole a picco, si ritraggono emettendo uno strano sibilo accompagnato da rumore di carne che frigge. Con un tonfo spaventoso spariscono dietro la porta di casa loro dalla quale continuano a provenire urla strozzate, preghiere recitate al contrario e inviti a votare per il partito del genero.

Con suddetto partner, bambino e passeggino a tracolla vi lanciate per le scale mentre, sempre più lontano, risuona la voce del signor Ferrero ormai perfettamente uguale a quella del mostro del primo Ghostbusters:

“È stato condannato per turbativa d’asta, molestie e concussione. Ma è una brava persoonnnaaaahahh!”

Mentre guadagnate l’uscita vi chiedete perché non vi siete meritati anche voi un simpatico, rassicurante, fantasma assiro come vicino di casa.

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